Nella foto sopra, Kutufà il giorno dell’inaugurazione dell’Istoreco con Raugi, Cosimi e Benifei

Giorgio Kutufà: il cordoglio di Istoreco
Con la scomparsa di Giorgio Kutufà tutta la provincia di Livorno perde uno dei maggiori protagonisti del mondo politico e istituzionale, ma anche una figura rilevante per la valorizzazione della storia, non solo politica, del territorio livornese. Nel settembre 2008, da presidente della provincia, Kutufà, appoggiando convintamente l’intuizione dell’ex sindaco e presidente dell’Anpi Bino Raugi, fu tra i fondatori dell’Istoreco, per poi negli anni seguenti sostenerne concretamente lo sviluppo e le iniziative. D’altra parte, al di là del rispetto che nutriva per le diversità di pensiero, il suo agire politico si alimentava su un costante ed esigente confronto con le basi storico-culturali di quel cattolicesimo democratico livornese che non perdeva mai occasione per richiamare. Quella che lui chiamava una «grande scuola di pensiero» il cui primo esponente era per lui il padre Luigi – che fu tra i protagonisti del movimento cattolico cittadino fin dalla militanza nel circolo “Guido Negri” negli anni Venti – e nella quale includeva i vescovi Piccioni, Guano e Ablondi, i preti campioni dell’antifascismo (don Angeli, don Tintori, don Volpe, don Roberti) e figure di laici come Erminia Cremoni, Dino Lugetti, Mario Razzauti. «Il cattolicesimo democratico livornese – scrisse qualche tempo fa – ha contribuito, non solo alla ricostruzione morale e fisica della nostra città, ma a connotare la nostra società di valori condivisi quali la tolleranza, il reciproco rispetto, l’attenzione verso gli ultimi. A questa grande scuola di pensiero mi richiamo, molto modestamente, anch’io». Da qui anche l’attenzione con cui Kutufà seguì di recente il progetto dell’Istoreco e dell’Istituto Luigi Sturzo di Roma che ha portato a costituire il fondo archivistico del movimento politico cattolico e della Democrazia Cristiana livornese o l’impegno per valorizzare, assieme al compianto amico Mario Simoni, la figura di Gianfranco Merli che lui amava ricordare come l’ultimo grande personaggio espressione del cattolicesimo democratico cittadino. Nel 2006, proprio in occasione di un convegno su Merli da lui promosso con la Fondazione omonima, scrisse, nel suo stile, un pregnante ricordo che oggi può forse aiutare a riepilogare con efficacia il senso del suo impegno politico-istituzionale. «Non posso sottacere che in alcuni passaggi, se così posso dire, le nostre strade si sono divise, ma non è mai venuto meno il mio rispetto per la sua figura di politico, nel senso migliore, quello vero, che io attribuisco a questo termine: un uomo al servizio degli altri. Aveva un altissimo senso dello Stato e delle sue istituzioni, sia che fosse al governo che all’apposizione ed a questa sua visione mi sono sempre, nella mia più modesta esperienza, attenuto». Con questo lascito ideale ci piace ricordare la figura di Kutufà, convinti che proseguire con impegno nell’azione culturale affidata all’Istoreco sia il modo migliore per onorarne la memoria.