Il PARTITO COMUNISTA ITALIANO a Livorno dal dopoguerra allo scioglimento
Il 4 settembre 2021, a Livorno, si è inaugurata alla Rotonda d’Ardenza la mostra a ingresso libero “Il PCI a Livorno dal dopoguerra allo scioglimento“. La Mostra, con in apertura una linea del tempo raffigurante i dati degli iscritti e gli esiti delle elezioni amministrative e politiche dal 1945 al 1991, ha esposto oltre 350 tra fotografie e manifesti conservati nell’Archivio storico di ISTORECO, oltre al materiale di alcuni archivi privati che, con entusiasmo e partecipazione, ex militanti del PCI hanno messo a disposizione. Il percorso si è articolato soffermandosi su alcune delle tematiche più presenti e documentabili che coincidono spesso con le tematiche più importanti affrontate da quella forza politica: lavoro, battaglie civili, vita di partito, pace e questione internazionale e sport.
L’allestimento, realizzato all’interno di container, che hanno assunto un grande valore simbolico, si è mossa su più piazze livornesi, in modo da coinvolgere sia i quartieri nord che centro e sud della Città: dal 4 al 10 settembre alla Rotonda d’Ardenza, dall’11 al 17 settembre in piazza della Repubblica, dal 18 al 24 settembre in piazza Saragat e, dal 28 settembre al 2 ottobre, al Palazzo del Portuale, dove si è svolto, il 30 settembre, anche il convegno conclusivo dal titolo Il Porto e il Lavoro a Livorno tra passato e futuro. Il 23 settembre in piazza Saragat si è inoltre svolto il dibattito dedicato alle Feste de l’Unità, alla presenza di Michela Berti, Maurizio Paolini, Claudio Seriacopi e Catia Sonetti.
La Mostra, ideata, progettata e realizzata da ISTORECO con la compartecipazione del Comune di Livorno, ha proposto uno sguardo storico, critico e articolato su quella vicenda. “Probabilmente – ha dichiarato Catia Sonetti, Direttrice dell’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea nella Provincia di Livorno – molti cittadini livornesi si potranno riconoscere in queste immagini, moltissimi sono gli assenti, anche assenti importanti. Ma abbiamo evitato con pervicacia di fornire una galleria di uomini e donne illustri. Quello che ci preme, e pensiamo di averlo colto se pure parzialmente, è restituire l’immagine della forte identificazione dei molti militanti, donne e uomini, che hanno riversato impegno, fantasia, sacrifici in quella comunità, per un lungo tratto della loro vita.”