La pubblicazione La vicenda non comune di un militante comunista. Bruno Bernini e le sue carte realizzata con il patrocinio e il contributo della Regione Toscana che ha sostenuto l’ISTORECO di Livorno sia nella fase preliminare della sistemazione-inventariazione dell’archivio di Bruno Bernini che nel percorso che ha portato a questa pubblicazione, è arrivata al suo traguardo.
Ė una operazione che ci rende particolarmente orgogliosi perché dimostra la possibilità del nostro Istituto di interagire con istituzioni amministrative di carattere generale, come la Regione, e la opportunità che questa sinergia apre per la valorizzazione di uno degli archivi privati più importanti in nostro possesso.
Non solo, la pubblicazione esce non casualmente vicino all’anniversario della nascita del Partito comunista italiano, quel Partito nel quale Bernini militò dagli anni Quaranta fino alla sua morte, realizzando un progetto sia privato che pubblico di emancipazione dei più significativi nella realtà labronica.
Bernini fu promosso a livello dell’organizzazione centrale del suo Partito sin dalla fine del secondo conflitto mondiale; da quella posizione passò nella Federazione giovanile comunista accanto a Enrico Berlinguer e fu poi inviato a presiedere la Federazione mondiale della Gioventù Democratica a Budapest, carica nella quale rimase per nove anni.
Questa esperienza gli fruttò una dimestichezza con la politica internazionale di assoluto rilievo e uno sguardo critico, in anticipo rispetto ad altri militanti, verso l’Unione Sovietica.
Dopo il suo rientro in Italia il Partito lo utilizzò a vari livelli: locali (come segretario della Federazione di Livorno), regionali, e anche internazionali nel Consiglio d’Europa e nelle Commissioni parlamentari – nel frattempo era diventato deputato – che si occupavano di disarmo.
Bernini ripensò alla sua straordinaria avventura umana e politica in un’autobiografia che venne componendo alla fine degli anni Novanta e che adesso è depositata presso il nostro archivio.
La pubblicazione rende conto sia di questo testo che del patrimonio archivistico che la famiglia, generosamente, ci ha donato. Siamo sicuri che potrà arricchire il dibattito di questi tempi così necessari di sguardi generali sul mondo.