Una lunga, avvincente, vitalissima storia. Più di centoventi anni hanno visto le vicende della Socrem di Livorno intrecciarsi con il percorso collettivo di una città che da sempre si connota per la sua irrquieta vivacità, e per i suoi particolari caratteri di passione politica e civile.

Catia Sonetti, Una morte irriverente, Il Mulino, Bologna 2007.
Il volume ripercorre un significativo tratto di questo cammino, ottant’anni: dal 1882, quando si costituì il primo nucleo di una Associazione per la cremazione, al 1963, anno in cui il Sant’Uffizio abolì definitivamente il divieto della cremazione per i cattolici. La ricerca, appassionata e rigorosa, indaga, nello scenario della città e nel più ampio contesto nazionale, il percorso di un’associazione che coltiva e propone l’idea di un modo diverso di pensare alla morte: la scelta della cremazione, che rivela, in chi la compie, una filosofia di vita e un atteggiamento pacificato, e insieme construttivo, nei confronti del proprio destino umano. E sulla scorta di una ricca documentazione inedita e di una vasta gamma di fonti (dalle carte d’archivio, alle testimonianze orali, alle straordinarie ed eloquenti epigrafi poste sui loculi del cimitero della Cigna) riserva al lettore una sorpresa. Se nel resto d’Italia la scelta della cremazione appartiene storicamente alle classi borghesi colte e illuminate, a Livorno è il popolo che nella sua più larga misura vi aderisce: gli operai, gli artigiani, i faccini e i lavoratori del porto. E così, ancora una volta, questa città si rivela un unicum nel panorama nazionale.